Quando sento una parola che non conosco un brivido mi attraversa

virgolette aperte
Le cose rimangono invisibili senza le parole adatte.

Quando sento una parola che non conosco un brivido mi attraversaQui entra il gioco la sensibilità di ognuno di noi. Della miriade di cose che accadono ogni giorno nel mondo, quante rimangono invisibili? Dalla stretta di mano di due leader politici all’anziano che fuma una sigaretta su una panchina al parco. Saper raccontare queste piccole grandi cose è il motivo per il quale nutro un profondissimo rispetto per tutti coloro che per vivere scrivono o raccontano. Giornalisti, romanzieri, parolieri, speaker radiofonici… Tutti quei mestieri nei quali lo storytelling e una certa capacità linguistica la fanno da padrone. Sì, anche per chi scrive di cronaca, anche per chi parla di economia. Perché anche per annunciare un incidente ci vogliono le parole giuste, come per comunicare i valori dello spread. 

Ricordo con una punta di invidia F, compagna di classe del liceo dotata di un vocabolario fuori dal comune. Parlare con lei era sempre un’esperienza. Più volte avrei voluto segnarmi qualche parola per poi correre a scoprirne il significato. 

Oggi capita molto meno spesso, ma quando sento una parola che non conosco un brivido mi attraversa. Sento un campanello e capisco che si possono imparare cose nuove ovunque e da chiunque. Meraviglioso!

Se non resisti alla curiosità e vuoi leggere il libro che ha ispirato questo post segui il link!

Titolo:Cose che nessuno sa
Autore:Alessandro D’Avenia
Casa editrice:Mondadori
Paese:Italia
Genere:Narrativa

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