Per me Camilla Läckberg è un genio del male. Con lei mi sono avvicinata prima, e innamorata poi, della letteratura svedese. I suoi gialli hanno un ritmo narrativo che mi ha conquistata, facendomi ficcare il naso nei misteri di Fjällbacka insieme a Erica Falck, eroina indiscussa di tutti i suoi romanzi.

Erica ha una sorella, Anna, con la quale ha un rapporto particolare e bellissimo.

Leggendone ho subito pensato che è quello che vorrei avere con la mia, di sorella. Una sorella con la quale invece vige uno strano silenzio assenso. Un non cercarci che non capisco se sia dettato dalla consapevolezza che tanto per le cose importanti l’una per l’altra ci saremo sempre, o al contrario porterà ad un allontanamento lento ma inesorabile. Sì, abbiamo due caratteri diversissimi. Sì, di scuse ce ne sono tante ma non credo abbiano molta importanza.

Sono convinta che non basti un legame di sangue a rendere un rapporto più importante di un altro. Le relazioni vanno coltivate, che si tratti di quella con una sorella, con una cugina, un’amica o un collega. Forse in questo aspetto abbiamo avuto qualche carenza. Io ho avuto qualche carenza. Ma ora che faccio? Riconosco le mie mancanze e mi scuso? Forse ho troppa paura di sentire la risposta per fare la fatidica domanda: ricominciamo? Ci diamo una seconda chance? Hai voglia di lavorarci con me?

No. Non mi sento ancora pronta a fare questo passo. Dentro di me spero lo faccia lei ma non credo avverrà. Spero un giorno di avere più coraggio.