La persistenza illogica della vita è quella cosa che mi lascia sempre stupefatta. Quando ritrovo una persona del mio passato e mi scopro sorpresa di non ritrovarla dove l’avevo lasciata, giorni, mesi, anche anni prima. Come se il fatto di non far più parte della mia vita implicasse il congelamento, l’immobilità. E invece le persone crescono, imparano a guidare, si sposano e hanno figli. E io mi scopro a pensare: come è stato possibile? Un po’ credo abbia a che fare con il mio di raccolto. Col sentirmi più avanti o più indietro, mai giusta, nel percorso che avevo pensato per me. E invece c’è chi fa scelte diverse, chi fa le stesse molto prima o molto dopo. Si cresce e si matura con un ritmo sempre diverso.
Mi stupirò sempre di veder guidare bambine alle quali ho rimboccato le coperte. Così come mi lascia senza fiato sapere che ex fidanzati sono diventati mariti e padri. Non tanto perché avrei voluto renderli io mariti e padri, quanto perché io moglie e madre non lo sono ancora e allora mi scopro a pensare che forse, nella gara della vita, hanno vinto loro. Se di vincere si tratta. Non posso che augurarmi che la loro di gara la stiano vincendo, e che la mia mi proponga ostacoli non troppo alti da saltare.