Parlami… guardandomi negli occhi

virgolette aperte
Parlami di quelle volte in cui hai bisogno d’amore. Quelle in cui ti senti triste. Quelle in cui non ti vedi bella. Parlami di quelle notti in cui hai paura, quelle in cui hai bisogno di stringere la mano di qualcuno. Quelle in cui ti giri nel letto senza prendere sonno, quelle in cui una lacrima, poi, arriva, e ti riga il viso.Parlami di quando sorridi invece di piangere. Di quando stai zitta invece di urlare. Di quando rispondi una cosa ma dentro ne hai un’altra.Parlami della tua vita. Parlami dei tuoi silenzi. Dimmi di quando voli. Dimmi di quando cadi. Parlami di quella volta in cui tu ci credevi e lui ti ha tradita. Di quando lo amavi e lui ti ha ferito. Fammi vedere i segni. Mostrami le cicatrici.Parlami delle domande a cui non trovi risposte. Raccontami di quelle storie che conservi nel cuore. Parlami del tuo passato, raccontami del futuro, di come lo immagini. Dimmi dei tuoi sogni, di quello in cui speri, delle stelle che hai guardato in certe notti buie. Mostrami i tuoi occhi... Parlami di tutto questo, fallo ancora così, senza dire una parola. Ma non smettere mai di guardarmi. Non smettere mai di guardarmi!

sguardoSogno da una vita di sentirmelo dire e no, nessuno ha ancora avuto l’ardore o forse la dolcezza di chiedermelo. Ci è andata molto vicina A., carissima amica che mi conosce più di quanto io sia disposta ad ammettere, ma che nonostante questo non smette mai di interrogarmi, stuzzicarmi, sfidarmi ad aprirmi e raccontarle le mie debolezze per rassicurarmi come le mie conquiste per gioirne insieme.

Ognuno dovrebbe avere almeno una persona così al proprio fianco. Durante l’infanzia, diciamo fino all’adolescenza, questo ruolo è impersonato da un genitore, un nonno, comunque un parente. Man mano che si cresce aumenta il desiderio di incuriosire e interessare qualcuno che non sia “obbligato” a volerci bene, ma che veda in noi una scintilla che gli faccia dire “dimmi di più”.

Subentra poi un desiderio di raccontarsi e di sentirsi ascoltati. Perché dire le cose ad alta voce fa assumere loro una dimensione tutta nuova. Le rende vere e ci obbliga a farci i conti. Sentirci ascoltati, sì. Non da chiunque. Da qualcuno in particolare. Qualcuno che non ci giudichi e che abbia la capacità di comprenderci e migliorarci. Di farci sentire al sicuro.

Se non resisti alla curiosità e vuoi leggere il libro che ha ispirato questo post segui il link!

Titolo: Davanti agli occhi
Autore: Roberto Emanuelli
Casa editrice: Rizzoli
Anno: 2018
Paese: Italia
Genere: Narrativa

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Lascia un commento