Sogno da una vita di sentirmelo dire e no, nessuno ha ancora avuto l’ardore o forse la dolcezza di chiedermelo. Ci è andata molto vicina A., carissima amica che mi conosce più di quanto io sia disposta ad ammettere, ma che nonostante questo non smette mai di interrogarmi, stuzzicarmi, sfidarmi ad aprirmi e raccontarle le mie debolezze per rassicurarmi come le mie conquiste per gioirne insieme.
Ognuno dovrebbe avere almeno una persona così al proprio fianco. Durante l’infanzia, diciamo fino all’adolescenza, questo ruolo è impersonato da un genitore, un nonno, comunque un parente. Man mano che si cresce aumenta il desiderio di incuriosire e interessare qualcuno che non sia “obbligato” a volerci bene, ma che veda in noi una scintilla che gli faccia dire “dimmi di più”.
Subentra poi un desiderio di raccontarsi e di sentirsi ascoltati. Perché dire le cose ad alta voce fa assumere loro una dimensione tutta nuova. Le rende vere e ci obbliga a farci i conti. Sentirci ascoltati, sì. Non da chiunque. Da qualcuno in particolare. Qualcuno che non ci giudichi e che abbia la capacità di comprenderci e migliorarci. Di farci sentire al sicuro.