In questo momento avrei proprio bisogno di un trasloco interiore. Ho bisogno di buttare via certe cose e di trovare una nuova collocazione ad altre. Non c’è più spazio. Non c’è più spazio per nuovi sentimenti, per nuove emozioni, per nuovi sconvolgimenti.
Qualcuno ultimamente ha occupato tutto lo spazio disponibile, senza però lasciarmi nessun accesso al suo di spazio. Non è proprio uno scambio alla pari. E anche fare pulizia, liberare posto non è semplice. Non so se sono davvero pronta a lasciare andare questa parte di me. Sì, perché anche se è di una persona che stiamo parlando, sul piatto della bilancia c’è una parte di me. Anzi nello scatolone che sto decidendo se buttare o conservare in vista di tempi migliori. Temo però che questi tempi migliori non arriveranno tanto presto, o non arriveranno affatto. Lo scatolone si riduce quindi a un’inutile zavorra emotiva che continuo a portarmi appresso. In ufficio, in auto, nel letto. Quando sono sola, in compagnia, in famiglia.
Tutti abbiamo una zavorra emotiva, più o meno grande, che affrontiamo più o meno spesso. Io la mia zavorra ogni tanto la incontro, ci converso. Giusto il tempo di starci male, di nuovo, e poi ognuno per la sua strada. Per liberarmene avrei bisogno di non vederlo più. La disintossicazione è la mia terapia d’urto. Questa e il classico chiodo schiaccia chiodo. é stata proprio la zavorra attuale a liberarmi della precedente. Nell’impossibilità di non vedere più questa persona allora non mi resta che augurarmi di incontrarne un’altra. Più brillante, interessante, stimolante. Sperando poi non diventi a sua volta una zavorra ma un modulo interno che vada a prendere il posto di un altro.