Innamorarsi è cosa buona e giusta… ma quanto spesso?
E se l’amore non è ricambiato (lui è già impegnato/vuole un’altra/non vuole te)… quanto può durare la cotta? Ogni quanto è lecito rimpiazzare l’oggetto del desiderio o ritenere il sentimento esaurito?
Confesso di essere molto fedele. Non solo in un rapporto di coppia, ahimè anche nelle cotte! Mi fisso con il malcapitato di turno e lo venero senza pudore e senza degnare di un solo sguardo gli altri esponenti di sesso maschile.
Ultimamente mi sono innamorata, non spesso come vorrei ma almeno ho le prove di essere ancora capace di emozionarmi, di sentire le farfalle nello stomaco: in assoluto la sensazione che preferisco!
Sentire quella morsa alla pancia è indescrivibile. Certo, porta con sé un’infinità di sensazioni che spaziano dall’euforia adrenalinica alla paura paralizzante, passando per l’ansia e l’eccitazione.
Ma torniamo alla domanda iniziale: quanto è “giusto” perseverare nell’innamoramento prima di arrendersi all’evidenza?
Io non demordo tanto presto e continuo a coltivare la mia cotta per mesi e ancora mesi. Ammetto che non sempre questa perseveranza è salutare, l’umore ne risente e la fiducia in me stessa anche.
Se è vero quello che dice Alessandro Baricco in Questa storia, deduco allora che io, campionessa nell’aspettare il mio innamorato, se non altro sia capace di amare veramente… è pur sempre una consolazione!
Ma quello che davvero mi chiedo è: qual è la data di scadenza di una cotta non corrisposta? Quanto è lecito illudersi e quando è opportuno aprire gli occhi e svegliarsi al torpore?
Ai posteri l’ardua sentenza!